La pace di Brest-Litovsk è stato un trattato firmato il 3 marzo 1918 tra la Russia bolscevica e le Potenze centrali durante la prima guerra mondiale.
L'accordo fu negoziato nella città di Brest-Litovsk, situata nell'odierna Bielorussia. La Russia bolscevica decise di firmare la pace per porre fine alla sua partecipazione alla guerra, uscire dal conflitto e concentrarsi sulla rivoluzione comunista all'interno del paese.
Il trattato di pace impose pesanti condizioni alla Russia bolscevica. La Russia cedette il controllo su grandi porzioni del suo territorio, compresi vasti territori nell'Europa orientale, come la Finlandia, Paesi baltici (Lettonia, Lituania ed Estonia), Ucraina, Bielorussia e Moldavia. Inoltre, la Russia dovette rinunciare a importanti risorse naturali, come il petrolio, il carbone e il grano, e pagare ingenti riparazioni di guerra alle Potenze centrali.
La pace di Brest-Litovsk rappresentò una sconfitta per la Russia bolscevica e un duro colpo per il suo prestigio internazionale. Tuttavia, il trattato permise al regime bolscevico di consolidare il proprio potere all'interno del paese e di concentrarsi sulla costruzione del socialismo in Russia.
In seguito all'armistizio di novembre del 1918 che pose fine alla prima guerra mondiale, il trattato di Brest-Litovsk fu dichiarato nullo e la Russia riacquisì il controllo su parte dei territori che aveva perso.
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